No Warning

No Warning è la nemesi di “The Talking Drum”. Entrambi sono dei pezzi fortemente percussivi collocati in apertura a una parte di Larks’ Tongues in Aspic: Però The Talking Drum è un crescendo ordinato dal punto di vista ritmico, parossistico e implacabile ma allo stesso tempo ingessato in una struttura che può andare solo in una direzione, in avanti, e autodistruggersi. No Warning invece è l’opposto, tant’è che di fatto sembra un assolo di batteria: la melodia di soundscapes (anzi, frippertronics) è la base, sulla quale Belew fa muggire e barrire la chitarra, mentre Bill aumenta e diminuisce la tensione come se giocasse con un elastico. Niente parossismo ma indisciplina, un aumento di tensione che non è più focalizzato in avanti bensì sparso in ogni direzione.

Nel disco con la formazione più potenzialmente indisciplinata, l’esecuzione più ordinata. Nel disco più geometrico (benché in fondo al lato sinistro) della band più matematica ecco l’introduzione più caotica. Un bel gioco di specchi.

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