2018-11-30T14:14:35.000Z

Il parco ha tante entrate
chissà chi pagherà
ma il parco non ha uscite
il prezzo non si sa
hai chiesto una risposta
e il gruppo te la dà
sta chiusa in un panino
di bassa qualità.

La Giunta ci ha concesso
il prato e l’acqua no
la Giunta è di sinistra
lo sporco non lo so
e poi c’è stata tolta
l’elettricità
perché si viva al buio
la nostra estraneità.

E siamo tutti insieme
ma ognuno sta per sè
la ricomposizione
i sogna ma non c’è
ognuno nel suo sacco
o nudo tra il letame
solo come un pulcino,
bagnato come un cane.

Il palco è come un ponte
che non unisce niente
ci passano i cantanti
fischiati dalla gente
qualcuno un po’ più furbo
fa battere le mani
o tira fuori il coro
dei napoletani.

E vuoi vedere in faccia
il proletariato giovanile
perché è lui l’invitato
che doveva venire
ma senti già nell’aria
una strana vibrazione
che nasce dai feticci
vestiti da persone.

E tutta una gran merda,
la colpa di chi è
lo Stato, il riformismo,
i gruppi, il non so che
la merce sta abbracciando
la festa popolare
ed entra dentro i corpi
tra il piscio e le bandiere.

Sì sta sfasciando tutto
persino la Teoria
perché il Nuovo Soggetto
pare che non ci sia
e se l’espropriazione
significa qualcosa
è che la nostra vita
è diventata cosa.

Il desiderio grida:
ecco la polizia!
Il fumo di candelotti
non si sa dove sia,
ma c’è sull’altro prato
qualcuno che massaggia
magari con lo yoga
ti passa un po’ di sgaggia.

Non si capisce nulla
si ha voglia di fuggire
la festa… quale festa?
non ci sì può più stare,
uno col cazzo fuori
sta ancora lì a cercare
vuole portarsi in tenda
la donna da scopare.

Qualcuno c’è riuscito
a vincere la notte
ad aspettare l’alba
più avanti delle botte
qualcuno c’è riuscito
a entrare negli sguardi
a leggersi negli occhi
che non è troppo tardi.

Si celebra sul palco
l’ultima pantomima
si bruciano le buste
vigliacca l’eroina
ma c’è chi il suo nemico
lo cerca per il prato
e con lo spacciatore
ti spranga lo spacciato.

E’ l’ultimo spettacolo
non solo della festa
la mia generazione
che svuota la sua testa
vuole vederne i pezzi
e non li vuole vedere
vuol leggersi nel corpo,
ma anche sul giornale.

Le cinque di mattina
suoniamo tutti insieme
si balla come matti
ci sembra di star bene
le donne son fuggite
c’è solo una modella
che balla all’Africana
l’ultima tarantella.

Ed anche qui nel rito
c’è la contraddizione
nella felicità
la nuova repressione
il parco è ormai nascosto
è tutto una lattina
abbiamo fatto il punto
e niente è come prima. Link: GIANFRANCO MANFREDI – UN TRANQUILLO FESTIVAL POP DI PAURA

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