2018-12-14T22:47:49.000Z

“Il punto è che non esiste, non in quelle dimensioni nelle quali vi si allude, “l’elettorato di sinistra”. Le persone che hanno pensieri progressisti, riformisti, non razzisti, democratici, non egoisti e che privilegiano un senso civico di appartenenza a una comunità in quanto tale e come mezzo di miglioramento della vita di tutti, sono e sono sempre state una quota esigua degli elettori dei partiti “di sinistra”. I milioni e milioni di persone che li hanno votati sono sempre state in gran parte persone che avevano un desiderio di cambiamento e di miglioramento delle proprie condizioni, per le quali persone i partiti di sinistra sono stati convincenti nel rappresentare questo desiderio. Non esiste paese al mondo in cui le maggioranze dei cittadini sentano dentro di sé i principi della Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo o i valori delle costituzioni democratiche. Li impariamo a scuola o da qualche buon esempio e maestro, nel migliore dei casi ne registriamo alcuni, ma poi vogliamo ottenere il meglio per noi stessi, e quella resta la nostra priorità: almeno per le maggioranze di noi. A seconda di quanto facciano invece prevalere differenti principi progressisti e il bene di tutti sul nostro, alcuni possono – se proprio vogliono – definirsi o meno “di sinistra”.
Ma che votiamo partiti di sinistra non ci rende di sinistra, non è mai stato così. I partiti di sinistra hanno avuto la fortuna e l’intuizione – per decenni – di fare proprio il voto di tante persone non di sinistra: nei momenti migliori sapendolo usare per farle diventare un po’ più di sinistra.

Poi i tempi sono cambiati, le intuizioni sono calate, le fortune svanite, e quelle persone là sono andate a votare altri. A dirla completa, sono andate a votare partiti che hanno avuto un’intuizione nuova e più avanzata: somigliare a quelle persone, invece che rappresentarne i desideri. Rappresentare noi stessi come siamo invece che quello che potremmo essere: i nostri egoismi, i nostri razzismi, le nostre frustrazioni, le nostre mediocrità, i nostri bisogni di nemici, di capri espiatori, di sentirci vittime e incolpevoli dei nostri destini. Nei momenti peggiori aumentandole, tutte queste cose.

Perché sto dicendo tutto questo?, cosa ne facciamo? Perché sono sterili i discorsi sul “recuperare l’elettorato di sinistra” passato ad altri partiti, visto che non c’è l’elettorato di sinistra (quello di sinistra davvero è rimasto, o in parte non vota): la riflessione che andrebbe fatta è su come recuperare un elettorato che non è mai stato di sinistra e che si è dimostrato disponibile a muoversi, in tempi completamente cambiati – ma che molti pigri e stagionati osservatori trattano come il Novecento – senza smettere di essere un partito di sinistra.”

Un avvertimento: è un post inconcludente. Però la riflessione qui sopra è interessante e ben scritta.

Link: Bisogna tornare a parlare a – Wittgenstein

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