2019-03-28T22:36:27.000Z

Oggi al Giornale Radio Rai hanno raccontato la storia del dirottamento del mercantile da parte dei naufraghi che erano stati salvati dall’equipaggio del mercantile stesso. Tratti in salvo in un’operazione coordinata dalla Guardia Costiera libica e quindi riportati indietro, una volta arrivati a 6 miglia dalle coste libiche alcuni dei migranti hanno preso il controllo della nave e modificato la rotta, puntando verso Malta. Prima di arrivarci però la nave è stata abbordata dalla guardia costiera maltese e i dirottatori sono stati arrestati.

Ebbene, più volte in diversi GR ho sentito ribadire un particolare che mi è sembrato importante: al momento dell’arrivo della guardia costiera maltese nessuno ha posto resistenza. Perché – mi sono chiesto – fare la fatica di prendere il controllo di una nave e farla navigare per ore e ore per poi arrendersi a poche miglia dalla meta?

L’unica risposta che mi sono dato è che i dirottatori, i migranti, sapevano benissimo che sarebbero stati arrestati dalla polizia maltese, che sarebbero probabilmente finiti in carcere. E preferiscono l’eventualità di una prigionia in Europa a quella di un ritorno – teoricamente da uomini liberi – in Libia. Possiamo immaginare il perché.

Penso che sia questa la grande lezione – un po’ nascosta – che va imparata da questa storia frettolosamente liquidata come una “storia di pirati”.

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