2019-09-14T09:26:09.000Z

“Fino a quel momento lo schema dei Democratici di sinistra era stato quello dalemiano di coalizzarsi con forze più centriste (le schegge dell’esplosione della vecchia Dc), cercando di arginare Berlusconi. Lo schema era sembrato efficace con l’Ulivo di Prodi nel 1996, ma molto meno con l’Unione di dieci anni dopo. Veltroni, dopo dieci anni passati a convincere gli elettori di sinistra che bisognava dialogare con il centro, decise di far diventare il Pd il centro, considerato tanto dai veltroniani quanto dai dalemiani il territorio da conquistare per assicurarsi le elezioni. Sia D’Alema che Veltroni erano convinti che il futuro della socialdemocrazia fosse una liberaldemocrazia allineata alle direttive di Maastricht, mitigata da alcuni ammortizzatori sociali. Il fatto che la classe media cominciasse a impoverirsi non destava molte preoccupazioni: l’eventualità che la frustrazione degli elettori li portasse a cercare formazioni politiche più estreme sembrava fantascienza. La battaglia si sarebbe vinta al centro, ma né D’Alema né Veltroni ci riuscirono mai.

Oggi forse si è chiarito il perché: il tanto corteggiato centro in realtà non esisteva, o comunque aveva numeri molto più ridotti da quelli immaginati dalla dirigenza del Pd. Tutt’altro che moderati erano gli elettori del sedicente centrodestra: tutt’altro che moderati erano i toni con cui Berlusconi li aveva attirati e sedotti, denunciando un pericolo “rosso” incarnato persino nelle forme rassicuranti e democristiane di Romano Prodi. Berlusconi non si poteva sconfiggere con la moderazione, ma in pochi sembravano averlo capito. O forse no.

Lo aveva capito Marco Travaglio, per esempio, che sull’antiberlusconismo aveva già costruito una carriera. Lo aveva capito Antonio Di Pietro, che stava portando il suo piccolo partito giustizialista a conduzione famigliare a sfiorare il 5%. Lo avevano capito Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo, i due giornalisti del Corriere della Sera autori del caso editoriale del 2007, La Casta, in cui la classe politica italiana veniva accusata di una voracità e avidità insaziabile. E lo aveva capito Beppe Grillo, che nel settembre di quell’anno celebrò a Bologna il suo primo V Day. Il pretesto era una raccolta firme per una legge di iniziativa popolare che conteneva già uno dei cardini del futuro M5S: il tetto massimo di due legislature per i parlamentari.” Link: E se Pd e M5S fossero due costole della stessa creatura?

0

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.