April 06, 2018 at 12:13AM

“Per molti Neil Young è e resta il tizio di Harvest, quello delle ballatone d’amore da tirar fuori durante i falò estivi . Per altri ancora è quello della lettera d’addio con cui Kurt Cobain mandò a fanculo tutti, una volta per tutte. Per chi scrive, Neil Young è quello degli assoli lunghi una Quaresima, della voce spezzata e delle crisi schizofreniche. È quel tipo che entrò negli anni Settanta barcollante con la morte nel cuore e ne uscì integro, nonostante tutto.

(…)

Devo ammettere che calarmi per settimane in questi tre anni della vita artistica di Young non ha allontanato quei pensieri di cui parlavo all’inizio. Anzi, ne sono uscito ancora più angosciato. Forse dovevo seguire il consiglio del vecchio Neil: “Non mi aspetto che la gente ascolti sempre la mia musica. A volte è troppo intensa. Se sono le undici di mattina e vuoi ascoltare un disco, non mettere Tonight’s the Night. Metti i Doobie Brothers”.” Link: La storia della trilogia del dolore di Neil Young

0

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.