“Mai come oggi il condizionale è il tempo verbale dei media, che ne fanno un utilizzo selvaggio per costruire titoli e notizie capaci di attirare l’attenzione del lettore. Il condizionale è il nuovo indicativo e nella logica del clickbait a interessare non è la certezza della notizia, quanto la possibilità di creare la notizia all’interno di contesti non verificati. L’uso dei sarebbe, dei forse, dei probabilmente, diventa dunque l’escamotage per coprirsi le spalle, per ricordare tra le righe che quello che si sta dicendo non è detto che sia vero, ma intanto la notizia la si diffonde, con un’opera di ingegneria lessicale capace di mettere in secondo piano il suo stesso carattere ipotetico. Spesso poi l’uso dei forse e dei probabilmente cade, perché stona nel testo. È a quel punto che si perde l’ultimo fragile appiglio alla dignità professionale e si finisce automaticamente nella vasta e complessa area delle fake news. Ed è qui che ci troviamo ora.”
Poi leggi i commenti e scopri che nonostante tutto l’articolo provi, pezzo per pezzo, a smontare i meccanismi della comunicazione che stanno dietro al consenso, i commenti più seguiti sono quelli del tipo “eh, allora tutto quello che facevano i partigiani andava bene e tutto quello che facevano i fascisti andava male Link: The Vision
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