Il paradosso dell’arte nell’epoca del suo invecchiamento precoce

Chi ha inciso un album nei mesi scorsi e lo pubblica in questi giorni si trova in una strana situazione.

Da un lato quello che ha scritto è già vecchio: l’arte deve parlare del presente alle persone del presente e le canzoni scritte mesi fa parlano di altre cose, sono scritte da persone che vivevano altre vite. L’altro giorno mi è saltato fuori un promemoria che avevo posticipato mesi fa, diceva “pensa alla vacanza in Portogallo per questa estate”. L’ho rimandato a settembre.

Dall’altro lato gli album che escono in questi giorni godono di una attenzione molto superiore a quella che era legittimamente prevedibile. Siamo tutti a casa, anche chi lavora può ascoltare musica, per non parlare di chi non sta lavorando. Una copertura di pubblico inimmaginabile fino a tre settimane fa.

Ecco quindi che la pubblicazione di Gigaton, il nuovo album dei Pearl Jam, è un evento inedito. Ancora più paradossale è l’approccio alle tematiche dell’album che vedono in prima linea le future elezioni presidenziali negli USA e il cambiamento climatico. Due temi attuali, attualissimi, che però ora sembrano apparentemente relegati in secondo piano nelle nostre vite.

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