Level Five

Riascoltavo oggi Level Five e… che dire, ogni volta che lo sento mi trovo a pensare che sia la migliore espressione del doppio duo. Un EP conciso, potente, live, elettronico senza eccedere. Dangerous Curves è nella miglior versione di sempre (e adoro le parti vocali. “Turn the lights down please, in fact turn them off, so you can’t see how bad we can really play”), Level Five è piena di riverbero – troppo – ed è ancora acerba ma suona carnosa e vera. L’assolo di Belew è indimenticabile.

Virtuous Circles poi è una gemma sottovalutata. Se ci pensate è un unicum dei Kc, un brano a metà strada tra i ProjeKcts e il Big Crim. Un giro di basso e un turbinìo di cose che ci avvengono sopra. Mi è dispiaciuto sentirla mutilata e addomesticata su TPTB per incastrarci dentro anche il tema della title track e amo molto di più le versioni del 2001, lunghe e sinuose, che secondo me dovevano più di qualcosa a brani dei Tool come “Reflection”. La highlight di questo EP, sicuramente.

Su Tcol c’è poco da dire, per anni quella di Level Five è stata LA versione live ufficiale di Tcol, almeno finché non hanno iniziato a uscire tanti live di archivio contemporanei e successivi. Quello poi che rende Level Five un grande album però è anche la sequenza: introduzione parossistica, brano metallico, lungo intermezzo psichedelico, capolavoro interlocking e poi l’apoteosi di Deception of the thrush e un bonus (ProjeKct 12th and X). Cinque brani, tutti praticamente strumentali (la parte vocale di tcol occupa un quinto del brano), nessuna “canzone”. Level Five è forse l’unico disco dei Kc post-Discipline nel quale non puoi mai dire “ah ok, questo è un brano composto da Belew e travestito da Kc”.

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