rant-ism

La vista della copertina del nuovo album di Kanye West mi ha portato a una riflessione.
I rapper – anzi gli artisti hip-hop – sono un caso strano: misogeni ma apprezzati anche dalle donne, tamarri ma considerati artisti d’avanguardia, ricchissimi ma pensati come tutto sommato vicini al popolo. I rapper, e West in particolare, godono di impunità quando affermano cazzate, quando sposano baldracche, quando producono musica discutibile e la incartano in copertine inguardabili. Le loro catene d’oro diventano negli occhi dei fan delle attestazioni di personalità, gli scatti su instagram con le mazzette di dollari in mano dei trofei che ne attestano la fama – e quindi la potenza – e incutono rispetto.

Tcoverutto questo mi ricorda tantissimo Berlusconi. Togliete le catene d’oro e la musica e la descrizione qui sopra si adatta tanto a Jay-Z quanto all’ex-cavaliere.
Potrebbe sembrare una grottesca casualità ma non penso sia così. In Italia scorgo nei riguardi di Kanye West, Kendrick Lamar e soci lo stesso tipo di ammirazione mista a compassione che vedevo quando c’era al potere mr. B. Se il personaggio è nuovo, è potente, ed è riconosciuto da una vasta schiera di nostri simili non importa che quello che dice sia realmente originale, propositivo, realizzabile. L’importante è che esista, e che se ne parli.

Ecco, nelle esternazioni dei rapper, nei flame con la cantante pop rea di aver rubato un trofeo o nelle collaborazioni con questo e quello rivedo il “basta che se ne parli” che tante volte abbiamo visto in azione durante il ventennio berlusconiano. E come Berlusconi, i rapper non perdono fama ad ogni “rant”, non perdono rispetto ad ogni uscita sopra le righe. Il loro progresso è inarrestabile finché non passano di moda, o invecchiano. Esattamente come Berlusconi, anche qui.

Ho la sensazione che i rapper siano, almeno per il tipo di rapporto che vedo da lontano nei loro fan italiani, il duce per chi non ha il duce: modelli di comunicazione fascista e comportamento fascista, possibili però da seguire perché benedetti dalla fama e dal successo e non intaccati dall’oblio della storia. Per ora.

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