September 26, 2018 at 09:48AM

“Il rientro a casa, dopo le due ore e mezza passate al Cafè Alzheimer, è sempre piuttosto traumatico, perché l’adrenalina che ancora resta in circolo mantiene mia madre molto (e intendo molto, davvero molto) attiva. Così è un continuo barcollare da una parte all’altra della casa, spogliarsi per poi cercare di vestirsi in maniera improbabile, usando come maglia un paio di mutande, andare in bagno per lavare il rotolo di carta igienica e stenderlo ad asciugare oppure aprire la porta di casa e andare dal vicino a urlare che quella è casa sua, che cazzo ci fa lì dentro, che se non se ne va via subito chiama la polizia.
Dopo cena, però, per fortuna inizia ad affiorare anche la stanchezza e ne approfitto per convincerla ad andare a letto subito, promettendole che l’indomani mattina presto passerà Eugenio a prenderci con la macchina, per portarci a casa.
L: «E mia mamma lo sa?»
M: «Certo che lo sa.»
L: «E tu che fai?»
M: «Ora lavoro un po’ in cucina e poi vengo a letto.»
L: «Ma vieni anche tu domani?»
M: «Sì, vengo anch’io.»
L: «Bene, così ti presento mia madre.»
M: «Ma la conosco già.»
L: «La conosci?»
M: «Stai dicendo Carmela, no?»
L: «Eh. Allora la conosci?»
M: «Certo, la conosco già.»
L: «Ah, non lo sapevo. E che ti ha detto?»
M: «E che mi doveva dire?»
L: «Che face, ti prende?»
M: «A fare cosa?»
L: «Ti piglia a imparare a fa’ la sarta o t’ha detto ca nun tieni speranza?»”

Link: Caregiver Whisper 40

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