cattive strade

Vi e’ mai capitato di sfogliare un giornale di spettacoli della vostra citta’ e dintorni, e di trovare il concerto di un gruppo che non sentite da un’eternita’? Tutti contenti aspettate il fatidico giorno!
Il posto, ovviamente, e’ sperduto tra i campi e la nebbia e girate per mezz’ora per arrivarci. Ma non v’importa!, siete così contenti…
Finalmente trovate il teatro, parcheggiate, entrate con religioso silenzio e venite investiti dalle note di

“Romaaaaaagna miiiiiia, Romaaaagna in fiooooore…”

TERRIBILE!

Primo pensiero: sono il gruppo spalla, ora arrivano Loro!

Secondo pensiero: troppo tardi, sono proprio loro il gruppo… ce ne andiamo?

Terzo pensiero: siamo seduti, al caldo, ascoltando delle belle voci – anche se un po’ impostate – e degli arrangiamenti davvero originali… che ci frega?? Ascoltiamoli!

Insomma, il gruppo che sono andata a sentire venerdi’ sera non era quello che pensavo: hanno solo lo stesso nome.
Ma non sono stati male: hanno cantato delle belle canzoni, hanno fatto degli arrangiamenti ‘gagliardi’, i cantanti avevano delle belle voci e l’ambiente era molto familiare (eravamo in 25 in tutto il teatro!)…

Sono uscita col sorriso sulle labbra, quello che ti resta quando ascolti le tue canzoni dal vivo e senti che chi le canta le ama come te!

[questo l’ho scritto sabato mattina, fresco fresco, ma per la mia incapacita’ di configurare il modem e i lavori che stavano facendo su Splinder, sono riuscita a postarlo solo ora… sorry!]




















Mostruoso!

28/11/2004
Visitata la mostra “Kandinsky e l’anima russa” (come si scrivera’ poi “Kandinskij”? Ma esiste una traslitterazione “esatta”?), anzi ri-visitata. Questa volta pero’ con una persona speciale. Anche per questo se mi era piaciuta molto la prima volta, questa volta l’ho apprezzata anche di piu’. Certo, andare a vedere una mostra di pittura con una persona con dei gusti artistici spesso mooooooolto diversi dai propri puo’ creare qualche scontro (qualche? :P), ma alla fine e’ anche li’ che sta l’arricchimento, nel confronto.

Da ricordare anche la poderosa audioguida, che forniva informazioni a iosa sugli autori, ma ben poco sui quadri esposti, e il panorama di Castelvecchio illuminato, davvero suggestivo 🙂

Saro’ di parte, anzi lo sono, ma Verona e’davvero una citta’ meravigliosa! Non e’ detto pero’ che non ce ne possano essere altre belle in maniera diversa! (cit.)

(Nell’immagine: Vassilij Kandinskij, macchia nera n.1, olio su tela, 1912)






aggiornamento faunistico

Il coniglietto nano (non si tratta infatti di una lepre) continua a frequentare l’universita’ piu’ degli stessi studenti.

Passa le giornate dalle 8 alle 16 nel solito cortile, tutto intento a mangiucchiare l’erba e curiosare fra i gruppi di ragazzi. Ogni tanto zampetta qua e la’ e l’altro giorno e’ arrivato fin sui primi scalini che portano dritti all’atrio della facolta’.

Se continua a farci compagnia, penso che presto gli troveremo un nome. Considerando la fantasia della gente che popola queste stanze (informatici assatanati per Dungeons & dragons, biologi, matematici, fisici ed enologi) sono davvero curioso di vedere cosa ne saltera’ fuori 🙂

E io che volevo andare all’universita’ bovina!!!





Nebbia in val padana

Image Hosted by ImageShack.us The fog comes
on little cat feet.
It sits looking
over harbor and city
on silent haunches
and then moves on.

(Carl Sandburg)

A me la nebbia piace. Mi piace quando al mattino e’ soffice e bassa e copre giusto i piedi delle case. Mi piace guardarla dal finestrino della corriera, andando a scuola. L’orizzonte sembra non esistere piu’, o meglio non esistere ancora; la terra si congiunge direttamente con il cielo in un biancore soffuso. A volte, in mezzo ai campi, vedo gli aironi fermi e addormentati. La foschia nasconde le loro zampe e cosi’ sembrano sospesi nell’aria, come una macchia in un quadro. Quando poi si leva il sole, la terra si riscalda e la nebbia si alza, resta quella patina di umidita’ sugli oggetti che li rende brillanti e vivi.

La nebbia della sera, invece, e’ spessa e pesante. Sembra affaticata dopo una giornata di lavoro, avovlge le cose dall’alto in basso come per mangiarsele. E’ la nebbia che ti entra nelle ossa e che maledici appena sali in macchina…
Alla luce dei lampioni le cose cambiano forma e non sembrano piu’ cio’ che sono. Le persone si tramutano in manichini anonimi e svelti che passano a poca distanza da noi senza fare alcun rumore. In questo la nebbia assomiglia alla neve: copre i rumori, anzi li spegne, li dissolve. Sembra un mondo finto, popolato di ragnatele che assomigliano a grossi fiocchi di neve gocciolanti e alberi solitari.
Lo so, sembra un tema: “descrivi una giornata uggiosa”, ma oggi mi sento di dire anche questo…










riflessione post sismica

Io non ho sentito la scossa. Ero chinato a raccogliere dei libri, al piano terra. I miei invece si’ che l’hanno sentita. Mia sorella era in camera, stava facendo la cartella e dice che addirittura la scrivania ha iniziato a battere contro il muro a cui e’ appoggiata.

Quando sono scesi dalle scale, loro erano tesi mentre io, che non avevo sento niente, ero rilassato. Quando sono entrato in cucina e ho visto il lampadario muoversi, pero’, mi ha preso sinceramente un po’ di angoscia.

Il primo pensiero e’ stato: “usciamo, magari arriveranno altre scosse”. Poi, dopo un paio di minuti di tensione davanti alla porta aperta, abbiamo deciso che forse di scosse non ne sarebbero arrivate altre e siamo tornati tutti alle rispettive attivita’.

Il senso di angoscia pero’ non mi ha ancora lasciato del tutto: non posso non pensare a tutte quelle persone che, in centinaia di migliaia di casi, nel corso della storia, si sono svegliate di soprassalto per vedersi crollare un muro addosso. Non posso non pensare a chi invece non si e’ svegliato mai, o peggio si e’ salvato e ha scoperto di essere solo, solo e senza una casa.

La vita sa essere davvero terribile; e’ anche per questo che non dobbiamo sprecare nemmeno un pezzetto del nostro tempo.

Resto dell’idea che non bisognerebbe MAI andare a dormire lasciando qualcosa in sospeso. Puo’ sembrare un discorso stupido, probabilmente lo e’, ma spesso sono le cose piu’ stupide quelle di cui ci si dimentica piu’ facilmente.

Buonanotte

Soltanto acqua

Soltanto acqua all’orizzonte

rumori indistintinti attorno a me,

e pace, tantissima.

Avete mai provato a parlare sott’acqua?

Le parole che escono tra mille bolle, hanno un suono incredibile, quasi una musica, che si disperde con il movimento leggero delle onde.

E ad ascoltare sott’acqua?

Tutto sembra così lontano, come se provenisse da un altro mondo. Il mondo sott’acqua è fatto tutto di sguardi, di gesti, nessuna parola…

è così affascinante…

Abbandonarsi a braccia larghe sul pelo dell’acqua e lasciarsi accarezzare, con gli occhi chiusi, sognando il cielo, il mare, il verso stridulo dei gabbiani, magari pure un’isola deserta…

…per non ricordarsi che si è solo in una piscina, con larghi travi di cemento sul soffitto, e l’acqua che sa di cloro!

Buonanotte =)

un banchetto per le orecchie

A volte ci sono dei dischi che non riesco a togliere dal lettore per giorni o settimane. Raramente si tratta dell’ultimo acquisto, o di un disco che aspettavo con ansia. Quelli li centellino, li gusto pian piano perche’ ho sempre paura che l’aspettativa di un capolavoro me li faccia mandare di traverso (a volte succede). Gli album che invece ingurgito, per giorni, fino a piena sazieta’ sono quelle perle di cui non sospettavo l’esistenza, quei gioiellini che ascolto guardandomi intorno e sentendomi come un pirata che nasconde il suo forziere nella grotta e sta attento che nessuno lo veda, perche’ dentro di lui gode sapendo di essere il solo a conoscerne l’esistenza.

Sono dischi da condividere con poche persone, come il novello, come il primo salame della stagione o i biglietti gratis per un concerto.

Il disco di cui mi sto saziando in questi giorni e’ Magnification, degli Yes. Questi vecchietti sono riusciti a scrivere ed incidere un album di brani veramente freschi, veri, vivi, proprio come trent’anni fa. E, come al solito, il messaggio che trasmettono e’ quello di un inarrivabile ottimismo, che di questi tempi puo’ davvero sollevare il cuore.

C’e’ una frase, nel brano di apertura, che mi ha particolarmente colpito e mi frulla in testa da giorni:

Giving all the love you have

You will always get it back

I agree 🙂

Diciotto Lune

Un anno e mezzo di felicita’ (tanta), di dolore (molto meno, per fortuna); un anno e mezzo di baci, di pugni, di sguardi e insulti per lo piu’ finti; un anno e mezzo di incontri, di scontri, di gite, di mare, di monti, di luoghi e persone; un anno e mezzo di messaggi, telefonate, passeggiate e code in macchina; un anno e mezzo di cene, pranzi, merende, colazioni insieme, di film, concerti, pizze e torte. Ma soprattutto un anno e mezzo di parole, gesti, sguardi, abbracci, discussioni, momenti passati insieme o raccontati.

Un anno e mezzo che ha cambiato totalmente colore alle nostre vite.

Un primo anno e mezzo…

non ho parole abbastanza grandi per esprimere tutto cio’ che provo, mi limito soltanto a dirti GRAZIE, grazie di tutto. Dico davvero.

e buon 23!

SoleLuna

È incredibile il numero di cose che succedono, che si provano, che ti cambiano in un anno e mezzo!

Eppure a volte pare che tutto passi così velocemente…mi sembra ieri che ero seduta su una pachina, in una sera tranquilla di maggio (si sa come sono le sere di maggio…) e io, io ero tutt’altro che tranquilla!

E invece sono passati 18 MESI!

E sono tutti poesia pura, dal primo all’ultimo: nei momenti di felicità, dove sembra quasi di raggiungere la fusione; e nei momenti più amari, dove ci si fa del male, senza volerlo, e ci si sente lontanissimi…

E continuo a stupirmene. Ogni sera, avvolta dalle coperte del mio letto, penso alla giornata appena passata, e in un modo o nell’altro, non sarebbe stata la stessa cosa se non ci fossi stato tu

Se ora fossi sola, se non ti avessi mai conosciuto o, semplicemente le cose non fossero andate così, non credo sarei meno felice, ma certamente sarei MENO!

Grazie di tutto,

BUON 23!