La messa di mezzanotte peggiore della mia vita!
Arrivo in chiesa, stranamente un o’ in anticipo. Sento le note del canto iniziale. So benissimo che la porta d’ingresso, a due battenti, cigola da una parte quindi apro l’altra con decisione, verso l’interno. Odo l’inconfondibile tonfo dell’impatto con un essere umano. Sovrappensiero apro il battente verso l’esterno e, sorpresa! La chiesa e’ gia’ PIENA ZEPPA, c’e’ gente fino quasi sulla porta. Non sono intenzionato a tornare indietro, di solito la messa di mezzanotte e’ particolarmente bella e vissuta, mi mette in un bel mood per tutto l’anno. Mi intrufolo e in un attimo e riesco a piazzarmi dentro, ma comunque sulla porta. Ci sono un po’ di correnti d’aria ma nessun problema, ho il giaccone pesante!
Mi guardo un attimo intorno, prima che la messa inizi, e noto molte persone, tantissimi giovani ma anche adulti e anziani, che conosco bene e non certo in qualita’ di abituali visitatori della chiesa. La cosa non mi meraviglia piu’ di tanto; e’ noto come la messa di Natale sia un’occasione, per molti, da non perdere anche se non ci si crede piu’ di tanto.
I primi minuti della celebrazione, diciamo fino alla prima lettura, sono comprensibilmente interrotti da numerose persone che entrano in chiesa e, fatto strano, da altrettante che escono, soprattutto giovani. Si tratta di ragazzi della mia eta’, a volte mi salutano uscendo. Vanno fuori a fumarsi una sigaretta o telefonare, poi rientrano dopo qualche minuto.
Sempre, rigorosamente, dalla porta che cigola.
Fino alla seconda lettura non riesco a seguire granche’, con questo viavai. Mi convinco che la cosa sia destinata a concludersi al momento del Vangelo, sbagliando. Persone di ogni eta’ continueranno a fare dentro e fuori dalla porta per tutta la durata della messa. Tutti, ma dico tutti, facendo cigolare la porta…
La messa procede, il celebrante ha la brillante idea di leggere l’omelia da un foglietto preparato per l’occasione, con ovvi risultati: espressivita’ zero, attenzione sotto ai tacchi delle scarpe.
Attorno a me sale il brusio, la gente in piedi comincia a rompersi definitivamente le palle. Quelli seduti comunque non sembrano essere molto piu’ contenti di trovarsi li’. Se nella mia zona, in fondo alla chiesa, siamo in quattro a pregare a voce alta, dalle persone sedute non si sentono cori piu’ potenti. Durante il credo il sacerdote chiede di inginocchiarsi alle parole “e per opera dello Spirito Santo”. Obbedisce circa una persona per banco, spesso anche meno (ovviamente tenendo solo conto delle persone che hanno un inginocchiatoio davanti). Se ho visto bene, nelle prime tre file davanti non si e’ inginocchiato nessuno. Possibile che non stiano ascoltando?
Nella “zona giovani” il casino aumenta, c’e’ sempre il solito viavai. Le persone piu’ avanti dall’eta’ non sono pero’ da meno. Accanto a me c’e’ un signore sulla sessantina che ogni tanto si lascia andare a qualche risata isterica a volume pazzesco. Spero per lui che sia ubriaco. Da dietro un altro personaggio gli sussurra spesso delle cose nell’orecchio con voce baritonale, ottenendo l’effetto di coprire le parole del celebrante e farsi sentire a kilometri di distanza.
La messa procede fra canti e aggiunte pompose del celebrante alle formule originali, in un tentativo di alzare il tenore della celebrazione e far notare a tutti che siamo a Natale, mica ad una festa della birra. Nel frattempo io sono piu’ di una volta sul punto di lasciare la chiesa e tornare alla messa del mattino, soprattutto quando mi volto e noto una coppia intenta, cosi’, allegramente, a mandare messaggi a tutti gli amici con i propri telefonazzi supermegaipertecnologici, sorridendosi beati l’un l’altro e sghignazzando. A farmi restare e’ la presenza davanti a me di due ragazze del gruppo dei giovanissimi a cui faccio animazione, alle quali sarebbe potuta sembrare incomprensibile (e non certo di buon esempio) una mia “fuga”.
Arriva il momento della comunione e, ovviamente, torme di “fedeli” si riversano nell’atto supremo di tutta la celebrazione, perche’ e’ quello in cui si puo’ guadagnare maggiore visibilita’, sfoggiare il vestito nuovo, il cappellino, le scarpe, la pettinatura. Non dico mica che sia cosi’ per tutti, e’ ovvio, ma per molti si’. E non si prendono nemmeno la briga di nasconderlo.
Passata la comunione, qualche avviso veloce e poi la benedizione. Quindi il canto finale. Intenzionato ad ascoltarlo mi spingo verso il centro, lontano dalle porte, per evitare la gente che esce. Ciononostante il brusio mi impedisce di sentire una sola nota della canzone. A questo punto esco anch’io e mi vado a gustare una bella tazza di cioccolata ed un paio di fette di pandoro gentilmente offerte dalla pro-loco.
Cosa dite? Che sono un ipocrita? Che anch’io vado a messa e non ascolto una parola? Che dico dico dico e poi sono il primo a non mettere in pratica? Vero, verissimo. Anch’io spesso in chiesa, lo ammetto tranquillamente, faccio molta fatica ad ascoltare, oppure ascolto ma cio’ che viene detto non mi piace, e allora (sbagliando, forse) mi isolo e penso a dell’altro. Credo pero’ che mettersi a pistolare col cellulare in chiesa, oppure chiacchierare per un’ora mentre altra gente tenta di fare una celebrazione, oppure ancora uscire ogni cinque minuti per andare a telefonare a qualcuno sia un segno profondo di mancanza di rispetto. E’ questo a darmi fastidio. La messa di Natale e’ diventata un momento “sociale“, non liturgico. La gente ci va per abitudine, o perche’ e’ una cosa strana, o perche’ “ci vanno tutti”, o che ne so. Io stesso ammetto che ci sono andato perche’ per me era la messa all’orario migliore, visto che oggi avrei avuto comunque tante cose da fare. E’ triste, ma capisco che tante persone possano andare alla messa di mezzanotte perche’ “si usa cosi'” e starsene a casa il resto dell’anno. Mi da pero’ fastidio, ma veramente tanto, se qualcuno ne approfitta per stare tutto il tempo a parlare, o e’ talmente distratto che non si accorge nemmeno se il prete gli chiede di inginocchiarsi. L’unico rumore che ha destato molti dal torpore, ieri sera, e’ stato il tintinnio delle monete all’offertorio…
Saro’ un bigotto, un antico, un muffoso, un perbenista, un checazzoneso, ma certi atteggiamenti mi danno fastidio. Mi darebbero fastidio se fossi a scuola, se fossi in palestra, se fossi al cinema. Non vedo perche’ mi dovrei sentire un idiota a dire che mi danno fastidio anche in chiesa!
Buon Natale (qualsiasi cosa significhi) a tutti!