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All’epoca del massacro di Srebrenica avevo 11 anni.
Mi ricordo di quando si parlava della guerra in ex-jugoslavia, abitavo gia’ nella casa in cui vivo ora ed ero in prima media. Ricordo che lo vivevo come un evento relativamente vicino, anche perche’ ai giornali radio giustamente segnalavano come la Jugoslavia fosse "dietro l’angolo".
Probabilmente il giorno del massacro di Srebrenica io presi la biclcetta ed andai da mia nonna. Nel pomeriggio andai al grest e a sera tornai a casa, per concludere la giornata davanti alla Tv o ad un fumetto.
Negli stessi istanti, a quattrocento chilometri da casa mia,  diecimila uomini venivano uccisi a sangue freddo, oppure sepolti vivi e chissa’ quante donne e bambine violentate o picchiate a sangue.
Ero piccolo, non ne sapevo nulla e non avrei forse potuto fare nulla, ma ciononostante ora mi sento un po’ in colpa e mi fa schifo pensare a me stesso felice e giocoso mentre accanto a me accadevano cose del genere.
Mi chiedo come non possano sentirsi mille, diecimila volte peggio i responsabili di quel massacro, che oggi sono tutti a piede libero.

Ventura Highway

Una cena con gli amici, lontano da casa. Poi fuori per incontrare altri amici, un giro in sagra, i fuochi visti da fuori paese.
Poi altre quattro chiacchiere, una birretta, i primi saluti ed il ritorno.
Da solo, in macchina, cullato da Radio Capital, percorro la tangenziale, passo accanto all’aeroporto; mi perdo ad osservare i piccoli jet privati. Rallento, riparto, provo a contare le scale mobili per scendere dagli aerei. Venti, forse venticinque.
Supero la citta’, mi immergo nella pianura. All’orizzonte luci rossastre lasciano intuire l’esistenza di altre citta’, altri automobilisti solitari.
La radio passa "ventura highway" degli America.


"Ventura Highway in the sunshine
Where the days are longer
The nights are stronger than moonshine
You’re gonna go I know

‘Cause the free wind is blowin’ through your hair
And the days surround your daylight there
Seasons crying no despair
Alligator lizards in the air, in the air "

La strada si restringe, le luci si fanno piu’ fioche. Attorno a me ormai solo campi, qualche gatto e rari automobilisti in lontananza, che frettolosi rientrano a casa. Cosi’ a casa arrivo anch’io, e mi sento i polmoni pieni di quella cosa che si chiama liberta’. Ogni tanto ci vuole, una bella serata "on the road".

A prayer

Per tutti i sorrisi dati e ricevuti
Per ogni gesto di affetto, di altruismo, di stima
Per tutti gli sguardi di amicizia
Per ogni parola di conforto
Per tutti gli scherzi stupidi e meno stupidi
Per ogni volta che ho pensato "Portiamo pazienza…"
Per tutte le volte in cui i ragazzi si sarebbero meritati un pugno sul naso
Per tutte le volte in cui invece avrei voluto abbracciarli tutti
Per ogni sorpresa
Per tutti i silenzi
Per ogni canzone cantata o suonata
Per ogni goccia di pioggia ed ogni raggio di sole
Per tutti i sorrisi (di nuovo, perché erano tanti)
Per tutte le lacrime
Per tutte le persone che mi hanno ascoltato in questa settimana
Per i litigi finiti in una risata
Per le incomprensioni
Per le comprensioni
Per come i ragazzi e gli educatori si sono dati al 100%
Per ogni idea geniale che è venuta a noi e a loro
Per le cuoche, gli sguatteri ed i caffè
Per tutte le persone che ci hanno aiutati in tanti modi
Per il dono di poter condividere una settimana del proprio tempo con gli altri
Per tutto ciò che ho imparato dai ragazzi
Per la gioia di vivere che ci ha impregnati tutti
 
Grazie Signore!

piccole magie

un bagliore nel cielo scuro che sembra pece
un lampo
una scintilla
mille stelline luminose che si rincorrono l’un l’altra fino a sparire
un tonfo sordo
una luce improvvisa fortissima
che dura il tempo di un respiro
tante scie che si lanciano nel buio
e poi subito svaniscono
lasciando solo qualche nuvoletta di fumo
una cascata d’oro
e poi uno scoppiettio di colori luminosi
una rugiada d’argento
e un tripudio di luci e colori
e tre colpi secchi

chissà perchè i fuochi d’artificio sono così affascinanti…

ricordo di taizé

Ieri pomeriggio a Taizé, una piccola comunità in Francia, si sono svolti i funerali del suo fondatore, Frère Roger, assassinato da una squilibrata la settimana scorsa. La sera, nella mia parrocchia, abbiamo fatto una piccola veglia in suo suffragio, nel Duomo semibuio. Non eravamo in tanti, però ci accomunava l’esperienza vissuta là, in quella piccola comunità, in cui si ritrovano tante nazionalità e tante confessioni. Mi ha stupito come, per un attimo, mi sembrava di esserci tornata, quell’atmosfera, quei giorni: saranno stati i canti ripetitivi e quasi sussurrati che eravamo abituati a cantare là, o le semplici parole di frère Roger che abbiamo riletto, o la volontà di essergli ancora vicini per un momento…

Me lo ricordo frère Roger, l’ho visto molte volte in quella settimana, da lontano…era piccolo, curvo e candido. Aveva un viso ruguso in cui spiccavano due gioiosi occhi azzurri e un sorriso bonario che sapeva infondere serenità, come la sua voce, così vecchia, bassa, stanca ma allo stesso tempo così pacifica e calda.
Forse mi sono resa conto solo molto tempo dopo essere tornata di quanto bene mi abbia fatto passare quella settimana a Taizé. Ora non hanno più tanta importanza il cibo orribile, i bagni da pulire, la polvere, le attese, i lunghissimi momenti di preghiera, mi ricordo solo che sono tornata a casa piena, carica, felice. E ancora adesso, se ci ripenso, mi viene da sorridere.
Grazie frère Roger, grazie di aver iniziato tutto questo!

giornata odorosa

Oggi è stata una giornata…odorosa. Nel senso che ho sentito un sacco di odori e profumi diversi. Non fraintendetemi, ogni giornata è zeppa di odori, ma oggi c’ho fatto particolarmente attenzione.

Oggi pomeriggio, dopo tanto, ho preso il treno e ho notato con stupore che odorava proprio da treno, non da persone che vanno in treno, ma proprio da sè, e se il treno fosse stato deserto avrebbe avuto comunque quell’odore. Magari  anzi probabilmente – è soltanto il profumo del detergente che usano alla sera per ripulire le cazzorre, ma il fatto è che mi ha fatto sentire a casa, a mio agio in un posto che conosco bene.

L’uomo seduto di fronte a me aveva un profumo dolciastro che usava – forse usa ancora – un mio amico e in un attimo il pensiero è volato là, a quando l’ho conosciuto.

Sono andata all’università e un forte odore di cloro mi ha riempito il naso e ho pensato alla piscina, a quell’odore che negli anni, non è mai cambiato. Però non c’era acqua lì intorno, solo dei bagni molto puliti.

Ho attraversato Ferrara inumidita dal temporale appena passato a pieni polmoni: la terra, le foglie, l’asfalto, le macchine, le pozzanghere… tutto mi portava alla mente immagini diverse, momenti diversi.

Adoro questa  cosa, adoro il fatto che una semplice sensazione possa darmi così tante emozioni. In un test trovato in un giornale estivo dicevano che il mio senso predominante è l’odorato (certo, sono aiutata anche dal mio naso così ben sviluppato!)…beh, per una volta, mi sa che avevano ragione!

Scusamelo!

In vita mia non avevo mai passato un’intera serata seduto ad un bar a chiacchierare. Me ne rendo conto solo ora, ed e’ buffo.
Non so perche’ non mi fosse mai capitato prima, probabilmente perche’ esco di rado fuori dal week-end e comunque solo per andare in un posto preciso, ad un concerto magari o a casa di qualcuno.
Stasera invece sono uscito solo "per vedere qualche amico". Ne e’ venuta fuori una serata non solo divertente, ma anche interessante, esaltante, per certi versi "corroborante"!
Ho rivisto compagni di scuola che non vedevo da mesi, altri che invece non vedevo solo da qualche settimana. Ho incontrato amici che avevo un po’ perso di vista, salutato persone che anche solo con un sorriso mi hanno rallegrato.
Ho sorseggiato un paio di birre in compagnia, rilassato, ad un tavolino all’aperto. Ho discusso di politica internazionale, di scuola, di musica, di economia, di lavoro, di videogiochi e di film di serie Z. Ho ascoltato molte persone che mi hanno raccontato della loro vita, della loro esperienza.
Ho imparato alcune cose, ho visto un amico crescere, un altro cambiare ed un altro ancora mi ha stupito. Insieme abbiamo ricordato vecchi momenti "gloriosi" e ipotizzato strane idee per il futuro.

Ho incontrato tante persone questa sera. So che e’ banale, ma sono davvero contento di conoscerle, di poterle chiamare in buona parte "amici". Sono contento di vedere che si soffermano volentieri a parlare con me, mi piace come mi sorridono.
Non e’ scontato avere delle persone intorno che ci vogliono bene, non e’ scontato avere il tempo per godersele.

Se c’e’ qualcuno da ringraziare per tutto questo, qui ed ora lo vorrei fare.