Fabrizio De Andre’ in tutta la sua carriera ha pubblicato 13 album in studio. Buona parte di essi, soprattutto i primi, aveva una lunghezza che si assestava intorno ai 37-38 minuti, ma nemmeno gli ultimi, che io sappia, sono molto lunghi.
Lungi da me affermare che a causa di ciò fossero dischi di bassa qualità, anzi…
Il fatto è che quest’anno sono uscite due raccolte: "in direzione ostinata e contraria" 1 e 2, la seconda guarda caso proprio sotto Natale. Tali raccolte contengono "il meglio della discografia di Faber" ordinato cronologicamente. Attenzione però, i due volumi non sono consecutivi. Non si occupano perciò di brani, che so, dal 1965 al 1980 nel primo e dal 1980 al 1997 il secondo, ma entrambi prendono in coonsiderazione tutta la carriera del nostro.
Si tratta quindi, né più né meno, di una raccoltona e di una seconda raccoltona di "scarti" (di eccelsa qualità, beninteso). Perché "raccoltone"? Perché sono due tripli CD, belli zeppi.
Ora facciamo due conti: se ogni disco di De Andrè dura meno di 40 minuti, ce ne stanno due su un CD (come sa bene chi si è trovato a fare delle copie per gli amici, o "per uso personale"…). Di conseguenza in sette CD è possibile inserire TUTTA la discografia, senza mettersi a fare cernite, raccolte o smembramenti.
Ditemi allora che senso ha pubblicare in due raccolte in triplo CD praticamente tutti i brani di De Andrè (ne avranno lasciati fuori una decina, a conti fatti) decontestualizzandoli del tutto.
Di tutte le oscene operazioni commerciali tipo "platinum collection" di quest’anno, sicuramente questa si becca la "palma d’oro" per la faccia tosta…