Cari Marta sui tubi…

…non c’è niente di peggio di andare ad un concerto ed avere delle aspettative. Non bisognerebbe mai averne! Nel peggiore dei casi ti distruggono un’esperienza, nel migliore ti fanno mettere in luce tutte le piccole cose che non vanno, a scapito di quelle migliori.

Nel vostro caso però non ce l’ho proprio fatta: i vostri CD da quando ho iniziato la tesi li ho consumati, li sto imparando a memoria, declamo i vostri versi con gli amici e mi sento un perfetto deficiente. Così, quando sono arrivato al concerto di San Giovanni Lupatoto, le aspettative le avevo. Ed erano alte.

Come se non bastasse sono arrivato, di fretta, alle 21.00, e voi siete saltati fuori sul palco alle 21.40. Quindi, oltre alle aspettative, si era aggiunta l’ansia dell’attesa.

Per fortuna c’è solo una cosa più bella dell’andare ad un concerto non aspettandosi nulla e rimanendo sorpresi: andare ad un concerto aspettandosi tanto e rimanendo sorpresi lo stesso.
Voi bastardi siete stati così dannatamente bravi, così maledettamente precisi ma anche emozionanti, così trascinanti e onesti, così… come io vi avrei voluto, che non sono riuscito a non entusiasmarmi. E neanche ci ho provato, se è per quello.

Insomma, grazie. Lunga vita ai Marta. Capitatemi ancora a tiro di una cinquantina di km e corro a vedervi!

Ganja e King Crimson

Musica sempre sull’orlo della catastrofe. In bilico, in evoluzione e autodistruzione.
La ascolti e non la capisci, eppure senti che ti sta dicendo qualcosa di importante e a suo modo sensato. Come Di Pietro.

E’ la matematica il linguaggio odierno, non le grida scomposte.
Essa è il coro dei sopravvissuti.
Il "latino" con cui l’uomo d’oggi celebra la liturgia dell’estinzione
senza capirci granchè.

I numeri non si possono amare.