Sad but true

Da una bibliografia di Sergio Romano, tratto da www.italialibri.net

"In Le Italie parallele. Perché l’Italia non riesce a diventare un paese moderno (Tea, 1996) descrive le condizioni che portarono Mussolini nei primissimi anni di governo a sopprimere le tradizionali istituzioni democratiche e ad instaurare un regime, il tutto con il praticamente unanime consenso della gente e delle categorie professionali, comprese le forze ideologicamente non fasciste. Il consenso derivò dallo spazio che il governo seppe dare a queste forze per estrinsecare la propria professionalità mettendola al servizio del Paese. L’effetto fu un decennio di fervore innovativo in tutti i campi, architettura, urbanistica, trasporti, agricoltura, giurisprudenza, scuola."

nessun titolo

"…socchiuse gli occhi e affondò le dita nella terra calda. Ora aveva bisogno di un contatto che le desse sicurezza, perché quei pensieri che nascevano da qualche parte nella sua mente, a volte, le facevano paura. Non sempre giungevano al momento giusto e spesso se ne portavano dietro altri. E altri ancora. Avrebbe voluto dimenticarli e arrampicarsi sul fienile, rincorrere i piccioni, nascondersi nella carrozza e partire, senza doversi sempre chiedere il perché di ogni cosa. E vivere come Priscilla, che si posava lieve sulle cose e sulle persone, con il suo canto spensierato e le gonne vaporose come nuvole.
Ma lei era Margaret, e non Priscilla…"

Sabina Colloredo, "Un amore oltre l’orizzonte – vita e viaggi di Margaret Mead"

un romanzo di (de)formazione

Ogni tanto riscopro il piacere della lettura.
Soprattutto in questi giorni: il treno, l’autunno, voglia di fermarsi un po’ a riflettere e contemporaneamente di evadere… serve però un buon libro.

Per fortuna l’ho trovato (e già finito): "The shrinking man" di Richard Matheson.
I più lo considerano un romanzo di fantascienza, ma secondo me (e non solo secondo me) la definizione è alquanto riduttiva.

La storia è a dir poco semplice: un uomo, per un motivo che non sto a spiegarvi, ad un certo punto della sua vita inizia a calare di statura, rimanendo proporzionato. Tre millimetri al giorno, due centimetri alla settimana.

Questo però non è che un pretesto per un’approfondita indagine, da parte dell’autore, nella natura umana.
Il protagonista perde pian piano la propria identità e, man mano che diminuisce d’altezza, il rispetto degli estranei e della figlia nei suoi confronti calano. Ogni giorno si trova ad affrontare nuove sfide, mentre i suoi bisogni (da quelli alimentari a quelli sessuali) non accennano a calare ma è sempre più difficile per lui esaudirli.

In meno di 180 pagine arriviamo a conoscere Scott Carey meglio di quanto lui stesso si conoscesse prima di iniziare a "rimpicciolire". Ne conosciamo i pregi e le debolezze, ma anche le paure più profonde, che poi sono le paure più profonde di chiunque. L’abbandono, l’inadeguatezza, la sopraffazione, la disperazione.
Scott ha continui momenti di crisi e continue rinascite (forse anche per questo mi sono immedesimato ancora di più del solito), continue sfide che lo spingono ad impegnarsi di più nella sua lotta per la sopravvivenza.

Ho detto più che abbastanza. A questo punto non vi stupirete se vi consiglio caldamente questo romanzo, anche perché non dimostra assolutamente i suoi 50 anni. Se invece volete una recensione migliore, vi invito ad andare qui.