The Wall spiegato a Sisila – #1

Sisila,

fra qualche mese andremo insieme a vedere Roger Waters in concerto. Sono felice che tu venga con me, e sono convinto che sarà uno spettacolo grandioso, ma ho ancora qualche dubbio.

Vedi, la questione è semplice: lo zio Ruggero porterà in scena The Wall, tutto intero e soltanto quello, e The Wall è un po’ come un’opera lirica: te lo puoi godere così com’è, apprezzarne le sensazioni immediate e bon, oppure addormentarti. Ma c’è un’altra via: puoi entrare a fondo, conoscere la storia prima di andare alla rappresentazione e concentrarti su come gli attori ti trasmettono in modo diverso un messaggio che è sempre quello, ed è quello del testo.

pink_floyd_the_wall_140170Ecco, la differenza maggiore tra The Wall e qualsiasi altro concerto tu abbia visto prima è questa: c’è un testo, un testo che non è solo l’insieme dei testi dei brani ma è a tutto tondo un testo drammaturgico. Un testo che è autobiografico, ma anche nel suo piccolo uno studio sociologico. Un testo che ogni volta che viene messo in scena negli anni non può che mutare, cambiare in parte nei significati e in parte nella forma.

Quella che vorrei scrivere qui è una guida a questo testo, un qualcosa che ti possa aiutare ad interpretare quello che ti troverai davanti quando entreremo allo stadio. Qualcosa di più di un libretto di sala, ma qualcosa di meno di un’esegesi. Anche qui, come in tutte le grandi storie, ognuno è libero di trovare i propri significati.

Buona lettura

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