Ho trovato un articolo di due anni fa su Internazionale per i vent’anni di Kid A dei Radiohead. Contiene le testimonianze di Claudia Durastanti, Teho Teardo, Gianni Santoro, Iacopo Incani (cioè IOSONOUNCANE).
È proprio Incani a dire una cosa bellissima che mi sembra giusto riportarvi, un pensiero che mi sembra rievocare la mia citazione frippiana preferita, dandole concretezza: “[Kid A] È oggi un disco che mi è costato tanta fatica ma che ancora riascolto frequentemente. Un disco che ha richiesto un mio cambiamento, come ascoltatore e quindi come uomo, poiché mutare il proprio modo di osservare, di fruire di un’opera significa mutare sé stessi e la propria percezione del mondo, quindi in ultima analisi il mondo stesso.
Credo infine che non si possa davvero chiedere a un’opera di più che questo, cioè costringerci a cambiare”