Disco 1 – Lato A

Label-A

 

Inizia la storia di Pink, e non può che partire dalla sua infanzia. Il disco però non si apre con un vagito, dopotutto l’avevano già quasi fatto in DarkSide e mica potevano certo ripetersi. E poi per The Wall ci voleva qualcosa di esplosivo, fragoroso, qualcosa che facesse capire subito che qui si parla un altro linguaggio e si suona un’altra musica rispetto a ciò a cui i fan erano abituati. Così, dopo qualche secondo di musica da segreteria telefonica che capiremo poi, parte l’esplosione di In The Flesh?. Ora, il pezzo è rock ed è il più rock del disco intero, ma ascoltato oggi dopo che abbiamo avuto il metal, il grunge e Skrillex forse non rende la forza dirompente di allora. Eppure ti garantisco che per chi conosceva il gruppo fu un piccolo shock. Io stesso, che avevo tutti gli altri loro album in cassetta, vinile o CD, quando misi su per la prima volta la cassetta di The Wall donatami dallo zio (che però l’aveva fregata all’altro zio, narrano le cronache) rimasi ammutolito di fronte a un inizio così folgorante.

Comunque, si diceva, il disco inizia ed esplode. Il titolo del pezzo riprende spudoratamente quello che fu il nome del tour di Animals, e dà la chiave di lettura per comprendere il significato del testo.

So ya
Thought ya
Might like to go to the show
To feel the warm thrill of confusion
that space cadet glow
Tell me is something eluding you sunshine ?
Is this not what you expected to see ?
If you want to find out what’s behind these cold eyes ?
you’ll just have to claw your way through the
disguise

E’ una specie di proemio, una dichiarazione di intenti. Pensavi di andare lo show, ma c’è qualcosa che non va, non è quello che ti aspettavi di sentire. E se vuoi scoprire cosa c’è dietro allora dovrai fare tu la fatica di scavare, con le unghie, attraverso la maschera.

A questo punto l’ascoltatore è recettivo, e la storia inizia. Arriva il vagito e cominciamo a sapere qualcosa dell’infanzia di Pink. Anzi, dell’infanzia in generale, perché The Thin Ice non fa mistero di parlare direttamente all’ascoltatore, con uno You che sa di avvertimento.

Mamma loves her baby
and daddy loves you too
and the sea may look warm to you, baby
and the sky may look blue

But oooh babe
Oooh baby blue

La mamma ama il suo piccolo, e anche il babbo, ma si intuisce che qualcosa non va. L’ “oooooh baby blue” che viene qui citato è uno dei numerosi leit motiv musicali del disco. Anzi, si può dire che metà The Wall sia costruito su due temi: il giro d’accordi di Another Brick in The Wall e questo “Ooooh Baby”. Li sentiremo riaffiorare un po’ ovunque, anche sotto mentite spoglie.

Il brano continua, l’avvertimento si fa esplicito:

If you should go skating
on the thin ice of modern life
Dragging behind you the silent reproach
of a million tear stained eyes
Don’t be surprised, when a crack in the ice
appears under your feet
You slip out of your depth and out of your mind
with your fear, flowing out behind you
as you claw the thin ice

Nemmeno il tempo di riflettere su questa specie di maledizione lanciata sul neonato – ma anche sull’ascoltatore – e un giro di chitarra very bluesy introduce l’altro leit motiv del disco con Another brick in the wall – part I

Daddy’s flown across the ocean
leaving just a memory,
a snapshot in the family album.

Daddy what else did you leave for me?
Daddy what d’ya leave behind for me?

All in all it was just a brick in the wall
All in all it was all just bricks in the wall

L’elemento qui è palesemente autobiografico: Roger Waters, infatti, non conobbe mai il proprio padre in quanto venne concepito poco prima che quest’ultimo partisse per il continente durante la seconda guerra mondiale, e perisse – insieme a troppi altri – durante lo sbarco di Anzio.

L’assenza del padre viene esplicitamente dichiarato come il primo mattone nel muro dell’isolamento del protagonista. Voci di bambini giocano in sottofondo mentre il pulsare ansiogeno del basso lascia spazio ad un etereo assolo di chitarra.

Pink cresce e va a scuola, ed in quegli anni nel Regno Unito le scuole non erano un bell’ambiente. Ce lo raccontano anche i Genesis nelle interviste, sottolineando come l’istruzione britannica fosse una fabbrica seriale di frustrazione per gli studenti, e anche Waters non manca di sottolineare le storture del sistema scolastico di sua maestà, nonché le miserie umane dei docenti. “The happiest days of our lives” è il titolo sarcastico di questo brevissimo affresco di alienazione giovanline.

Pink Floyd - The Wall

When we grew up and went to school
there were certain teachers who would
hurt the children anyway they could
By pouring their derisions
upon anything we did
and exposing every weakness
however carefully hidden by the kids
But in the town it was well known
when they got home at night, their fat and
psychopatic wives would thrash them
within inches of their lives

Si sente un urlo ed ecco il singolo che tutti conoscono, quella Another Brick in The Wall – part II che contestualizzata guadagna molto significato. Il sistema scolastico repressivo non rappresenta che un altro mattone nel muro, un mattone inserito a livello sociale e che possiamo immaginare come condiviso da tutti i coetanei di Pink.

We don’t need no education
We don’t need no thought control
No dark sarcasm in the classroom
Teachers leave the kids alone
Hey, teacher, leave the kids alone !
All in all it’s just another brick in the wall
All in all you’re just another brick in the wall

L’ultimo mattone presentato in questa facciata dedicata all’infanzia di Pink è un mattone ingombrante nella vita di ognuno, il rapporto con la madre.

La Mother di Pink è una madre iper-protettiva, anche a causa della solitudine della vedovanza, ma anche apprensiva nei confronti del figlio e delle sue naturali inclinazioni. Lo rassicura, lo abbraccia, ma contemporaneamente lo aiuta più o meno consapevolmente a costruirsi intorno un muro che possa proteggerlo dalle insidie del mondo esterno. Un muro chiuso per tutti, fuorché alle attenzioni della madre stessa.

scarfe4

Mother do you think they’ll drop the bomb
Mother do you think they’ll like the song
Mother do you think they’ll try to break my balls
Oooh ma, mother should I build a wall

Mother should I run for president
Mother should I trust the government
Mother will they put me in the firing line
Oooh ma, is it just a wasted time

Hush now baby, baby don’t you cry
Mama’s gonna make all of your nightmares come true
Mama’s gonna put all of her fears into you
Mama’s gonna keep you right here under her wing
She won’t let you fly but she might let you sing
Mama’s gonna keep baby cosy and warm
Oooh babe Oooh babe Oooh babe
Of course mama’s gonna help build the wall

Mother do you think she’s good enough for me
Mother do you think she’s dangerous tell me
Mother will she make your little boy a toy
Ooh ma, mother will she break my heart

Hush now baby, baby don’t you cry
Mama’s gonna check out all of your girlfriends for you
Mama won’t let anyone dirty get through
Mama’s gonna wait up ‘till you get in
Mama will always find out where you’ve been
Mama’s gonna keep baby healthy and clean
Oooh babe Oooh babe Oooh babe
You’ll always be a baby to me

Ritorna per la prima volta l’ “Oooooh babe” che abbiamo sentito all’inizio del lato, questa volta intonato con pietà dalla madre al figlioletto, per lei eterno indifeso.

In un momento di lucidità Pink non può che chiedersi, in chiusura della canzone e del primo lato:

Mother, did it need to be so high?

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