La Cura

Perché odio tanto La cura? Perché avevo deciso che Battiato finisce nel momento in cui adotta Sgalambro, e questo super-successo mi smentisce platealmente? Perché mi vanto di aver capito Battiato negli anni ’80 e di avere riscoperto quello anni ’70, e questi fan che sbavano per un pezzo dei secondi anni ’90 mi piace liquidarli come poser? Perché ok, non è una brutta canzone, ma non è neanche questo capolavoro che tutti pensano? No, non credo.
Pensavo di odiare La cura perché trovavo che Battiato mi prendesse in giro. In un modo diverso dal solito, e per la prima volta (per me) fastidioso. Pensavo di odiare La cura perché non è una cura, come si odia l’omeopatia e tutti i falsi rimedi che speculano sulla voglia di guarire del paziente e sull’effetto placebo. Nessuno può “superare le correnti gravitazionali”, men che meno per “non farmi invecchiare”. Nessuno può guarirmi “da ogni malattia”, Battiato cosa stai dicendo. Nessuno può farmi dono delle leggi del mondo e soprattutto, soprattutto, io non sono un essere speciale: chiunque lo dica vuole solo fregarmi, vendermi un abbonamento o scucirmi una sottoscrizione.
Oppure è la mamma.

Ecco perché detesto La cura: perché è la canzone della mamma. Quella di Battiato era appena scomparsa. Battiato non l’ha scritta pensando a lei: l’ha scritta pensando in lei, figurandosi tutto quello che una madre vorrebbe fare per un figlio. Forse la canzone più materna di tutte l’ha scritta un uomo, scapolo per di più, che mai ha voluto avere figli ma qui miracolosamente mostra di aver capito cosa vorrebbe essere un genitore per suo figlio. Io detesto La cura perché è come sentire mia madre al telefono che ha paura che non mangio abbastanza: e negli  ultimi anni la detesto ancora di più perché vorrei anch’io proteggere qualcuno dalle paure e dagli sbalzi d’umore – ci fosse un tasto che si potesse premere per superare le famose correnti gravitazionali, un milione che si potesse pagare, un braccio, un occhio, un’anima, e invece m’incazzo perché ha perso un’altra borraccia di alluminio. Detesto La cura perché non riesco a essere felice come vorrebbe mia madre e non riesco a far crescere felice la mia prole. Nelle canzoni è sempre tutto così facile, gli scapoli le scrivono e poi dormono contenti, senza sensi di colpa. “

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