2019-04-19T21:56:26.000Z

Torniamo al salmone, però. Che non nasce, né cresce arancione perché nelle reti in mare aperto dove viene allevato non si nutre né di gamberi né di krill, come fanno i salmoni selvaggi. No, i salmoni d’allevamento mangiano altro: mangimi animali o di soia ogm direttamente importata dal Brasile al prezzo di conclamate devastazioni ambientali, ormoni, antibiotici, additivi chimici. La loro carne è grigia, fino a pochi giorni dalla macellazione, quando viene colorata artificialmente: con integratori a base di carotene, nel migliore dei casi. Oppure con additivi chimici che fanno aumentare i costi di allevamento del 20%, ma garantiscono un generoso ritorno economico ai produttori: «Se il salmone d’allevamento fosse grigio, tutti comprerebbero salmone selvaggio – spiega Mikael -. In questo modo la gente non li distingue, trova un colore che riconosce e compra il salmone meno caro che trova sul banco, quello di allevamento. Così si spingono fuori dal mercato i produttori di salmone selvaggio». Link: Quello che mangi non è un salmone (quello che stai facendo estinguere, sì)

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