i dubbi dell’Amore

"Ma se domani io
mi accorgessi che ci stiamo sopportando
e capissi che non stiamo più parlando
ti guardassi e non ti conoscessi più
io dipingerei di colori i muri
e stelle sul soffitto
ti direi le cose che non ho mai detto
che pericolo la quotidianità
e la tranquillità

(…)

Tu dormi e non pensare
ai dubbi dell’amore
ogni stupido timore e’ la prova che ti do

(Enrico Ruggeri)

ostinatamente

Penso solo a te penso solo a te
penso solo a te penso a te
penso solo a te
ostinatamente

Penso solo a te penso solo a te
penso solo a te penso a te
penso solo a te
ostinata mia mente

Sono solo
e non mi sento neanche un poco di parlare
e tanto meno di spiegare cosa è capitato
ci fosse poi qualcosa da spiegare
sembra tutto così assurdo
quasi che qualcuno si sia divertito
a farmi un dispetto
non c’è mai una chiara ragione
quando due persone si ritrovano distanti
sempre meno amanti
ma compagni di una storia
in cui si è tralasciato
o forse dimenticato
il motivo reale per il quale si sta insieme
e si finisce per farsi male

Penso solo a te penso solo a te
penso solo a te penso a te
penso solo a te
ostinatamente

Penso solo a te penso solo a te
penso solo a te penso a te
penso solo a te
ostinata mia mente

Non c’è rabbia non c’è dolore
c’è soltanto una tristezza
così grande che mi sfonda il cuore
chiedo venia per questa nenia
ripetitiva e ostinata
ma c’è un unico pensiero
che ossessivamente segue ogni mio respiro
da te dipendo mia eroina e metadone
e lascio a queste note il compito di toccarti
così che ciò che non faccio io
possa fare una canzone

Penso solo a te penso solo a te
penso solo a te penso a te
penso solo a te
ostinatamente

Penso solo a te penso solo a te
penso solo a te penso a te
penso solo a te
ostinata mia mente

Niccolò Fabi

Sofa

Scopro stasera che mia madre ha applicato delle specie di assi ad uno dei divani in salotto, ancora 15 giorni fa, per renderlo più rigido e provocare meno mal-di-schiena.

Mi fa: "non ti sembra più comodo?"
ed io: "non so… ultimamente non mi ci sono mai seduto."

Penso che rendersi conto che da almeno 20 giorni non ci si siede su uno dei propri divani sia un segnale piuttosto chiaro…

with no alarms and no surprises. Silent.

Stasera sono andato a vedere "Pirati dei caraibi".
Film carino, degno successore del primo (attenti però, c’è un terzo episodio in agguato!).
La cosa che però mi ha più stupito, stasera, è accaduta durante i trailer, prima del film. Ad un certo punto, tra "la gang del bosco" e "ti odio, ti lascio, ti…" è apparso il trailer di "World Trade Center", di Oliver Stone.

All’improvviso in tutto il cinema è calato un silenzio irreale, totale. Più che silenzio si sentiva che gli spettatori stavano trattenendo il respiro. Anch’io.

E il silenzio si è protratto, per qualche secondo, anche dopo la fine del trailer.

Mi sono reso conto così ancora una volta di come siamo tutti segnati, irrimediabilmente segnati. E lo saremo sempre, per tutta la vita, come i nostri nonni che hanno vissuto i bombardamenti e i nostri genitori che vivevano col terrore degli attentati nelle stazioni, nelle vie o nelle piazze.

Spero tanto che i miei figli possano vivere senza quest’angoscia sotterranea, ma ho idea che sia una speranza che rimarrà tale.

Cattiva fede?

"Mostrami pure ciò che Maometto ha portato di nuovo, e vi troverai soltanto delle cose cattive e disumane, come la sua direttiva di diffondere per mezzo della spada la fede che egli predicava"
— citazione di un testo medievale dal discorso di Benedetto XVI a Regensburg, 12/9/2006

"Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla Terra; non sono venuto a portare pace, ma una spada."
— (dal Vangelo di Matteo, 10:34)

"Datemi lo scritto di chiunque e vi assicuro che, isolando una frase dal contesto, sarò in grado di inviarlo sul patibolo."
Joseph Fouché

il tempo giusto

Questo fine settimana è stao bagnato in tutt’Italia. E naturalmente così è stato anche a casa mia.
Ma per fortuna non è stata una pioggia da far straripare fiumi o da allagare strade. È stata una pioggia autunnale, initerrotta, a volte sottile, che quasi non si vede e a volte così forte da fare lo stesso rumore della grandine.

Il cielo era uniformemente grigio e filtrava una luce opaca e spenta (curioso che una luce sia spenta).
Il tempo giusto per spalancare la finestra della camera,
stendersi sul letto
e raggomitolarsi sotto un plaid morbido.

E poi lasciare che il ticchettio della pioggia sulle foglie, sull’erba, sulla strada e sulle tegole ti accompagni, piano piano, in un sonno leggero

niente

ma non voglio più darti canzoni

né vecchie lune disegnate apposta
io voglio averti davvero.
Lascia

che il tuo amore non sia una pietra,

schegge di pietra

che non vanno insieme.
Fa che sia un amore di labbra

che bevono, che mangiano,
affamate, vicine,

niente, ma un amore di labbra.
Il tempo d’inventarti è così lontano

ma il tempo di amarti può essere vicino
fa che sia un amore di labbra

che parlano e respirano,

affamate e vicine

insieme una volta davvero.
Niente, ma un amore di labbra.

Niente, ma un amore di labbra…

(Banco del mutuo soccorso – Niente)

Ma, in fondo, quando si può dire davvero di conoscere qualcosa?